Questa è una di quelle notizie sottaciute, è una di quelle informazioni recondite, è
una di quelle storie da raccontare a tutti, che lanciano un messaggio positivo universale, ma che, come sfortunatamente spesso accade, non trovano spazio nei media – non rientrano nella linea editoriale. Qui invece, io voglio dare spazio a degli eroi veri, voglio parlare della Guardia Comunitaria, pure conosciuta come la Policia Comunitaria del Michoacan. Il Michoacan è una regione nel sud ovest del Messico, prevalentemente agricola e relativamente povera. Pure questa regione sta subendo, come tante altre zone del Messico, la guerra dei narcos – anche se in realtà il problema criminale vero va oltre alla cosiddetta guerra della droga e spiego perché. Non si tratta solamente di traffico di droga, ma di estorsioni capillari, di stupri, di omicidi, di torture, di furti, di controllo totale dell’economia e della vita degli abitanti di quei luoghi – con l’uso dell’intimidazione e della violenza. Sopratutto nel Michoacan la situazione è al limite.
La regione è totalmente, o meglio lo era, sotto il dominio dai Caballeros Templarios, un cartello della droga, erede della Familia Michoacana, che fa uso di simboli templari e di un “codice d’onore”, ma che nei fatti si è rivelato uno dei gruppi più pericolosi, sanguinari ed avidi. Basti pensare che comprare 1 o 2 kg di grano da altro che non fosse dei Templari, equivalesse ad una condanna a morte – decapitazioni, smembramenti ed altre atrocità. In più, una caratteristica dei CT, viene effettuato regolarmente lo stupro delle giovani donne come mezzo di intimidazione e di dimostrazione di potere assoluto. I membri di questi cartelli, oltre ad essere senza scrupoli e sanguinari, sono armati fino ai denti ed hanno a disposizione attrezzatura ed armi militari sofisticate ed in pratica hanno risorse illimatate e quasi sempre un appoggio politico locale – perciò si può immaginare il terrore che riescono a diffondere. In più, la popolazione deve affrontate questi problemi onnipresenti in pratica da sola, perché la presenza dello stato nella maggiorparte dei casi è rappresentata da polizia corrotta, da politici che quasi apertamente collaborano con i cartelli e da uno stato centrale che non sente e non vede i problemi della gente comune.
Ma qualcuno, nonostante tutto ciò, si è alzato in piedi ed ha iniziato a dire di no. Stiamo parlando di cittadine sconosciute pure ai messicani stessi, come Morelia, Tepalcatepec e Aguililla. Le persone di queste comunità e città rurali si sono organizzate in gruppi, capendo che la loro forza era l’unione ed hanno iniziato ad armare i cittadini e a riprendersi il controllo delle proprie città. Con il controllo dei confini e della propria comunità, con la gestione del commercio e del libero scambio locale, con un sistema giudiziario semplificato ma efficiente queste persone “normali” hanno strappato ai cartelli la propria città e vita – riprendendosi così la libertà.
E gli effetti si vedono. Gli omicidi sono calati o completamente spariti, le estorsioni sono cessate e gli abitanti non hanno più paura. Anche se si tratta di situazioni locali, possimo dire che la regione Michoacana non è più sotto il controllo totale dei cartelli. Un esempio per i messicani e per tutti noi – non far prevalere la paura, ma combattere per il bene comune e la libertà. Parole che per noi europei sono state svuotate del loro significato e valore, ma che dovremmo riscoprire, sia per tutelare i nostri diritti che per apprezzare a pieno i privilegi che caratterizzano il nostro mondo sviluppato.
Visto che si tratta solo di un accenno alla situazione in Michoacan, invito tutti ad approfondire l’argomento.